La popolarità degli influencer continua a crescere, e anche il loro fatturato. Dalla ricerca curata da DeReb Lab, specializzata nel posizionamento digitale, e riportata dal Sole 24 Ore emerge che il giro d’affari in Italia è pari a circa 280 milioni nel 2021, e che la crescita rispetto all’anno prima è del 15%. A livello mondiale sono 14 miliardi, contro i 9,7 del 2020.
Gli influencer funzionano. Sempre più aziende investono nella loro visibilità per fare comunicazione, abbandonando i canali di pubblicità tradizionali. Questi nuovi testimonial che hanno il vantaggio di raggiungere milioni di utenti ogni giorno, arrivando alla fascia più giovane della popolazione.
I settori in Italia
In merito alle industrie in cui l’influencer marketing viene più utilizzato, anche in questo caso il dato italiano è stimato in linea con l’andamento internazionale, anche se con qualche differenza. In Italia resta sicuramente in cima alla classifica il mondo del Fashion & Beauty, che occupa quasi un terzo dell’intero mercato (31%), seguito da Travel, Food & Lifestyle (18%), che viene molto penalizzato dalla fase post pandemica visto che ancora non si può viaggiare liberamente, dal mondo di Fitness & Benessere (15%).
Proprio alla pandemia si deve invece l’aumento dell’influencer marketing nel settore del Gaming & Tech (10%), seguito Business ed Economia (6%), per ora di nicchia ma anch’esso in aumento. Il restante 20% include invece tutti gli altri verticali minori, come cultura, sport, automotive.
Quanto guadagna un influencer
I guadagni degli influencer variano a seconda della sua popolarità e della piattaforma utilizzata. Su Facebook, ad esempio, si va dai 50-250 euro per post dei Nano Influencer fino ai 15mila euro per post di una “Celebrity”. I costi crescono su Youtube, Instagram e TikTok, in questa successione. Su Tik Tok si arriva fino a 60mila euro a post da parte di una Celebrity; un Micro tier può arrivare a incassare 500 euro a post.
Le piattaforme: Twitch la più promettente
Il primo parametro per stabilire il compenso di un influencer, abbiamo detto, è dato dal numero dei follower e dall’engagement generato dai suoi post. A livello qualitativo, un elemento da considerare è la sua credibilità. A ciò si aggiunge la padronanza delle piattaforme: è fondamentale, infatti, saper scegliere quella dove è possibile massimizzare i guadagni e creare contenuti ad hoc. Foto e video destinati alle piattaforme nate per la condivisione di questi formati generano un impatto maggiore per il brand.
Su Facebook è più semplice assicurarsi un ampio seguito ma le abitudini di fruizione degli utenti di questo social è rapida e superficiale: le chances di fidelizzare la platea e di convincerla a compiere un’azione sono ridotte.
Su altri social, dove costruirsi la base di follower è più complesso perché gli utenti saggiano il valore dei contenuti, l’adesione sarà invece consapevole e pronta per la risposta.
Conosciamo già il valore di Instagram e Tik Tok, ma all’orizzonte si affaccia un’altra piattaforma, Twitch, nota per il suo target specifico di utenti tra i 15 e i 30 anni appassionati al mondo del gaming. Tuttavia, negli ultimi anni è cresciuta anche in altri settori di intrattenimento, tecnologia, scienza e musica. In Italia, si è impennato il numero degli utenti durante il lockdown (oltre 4 milioni di nuovi iscritti ogni mese, 70% uomini).
Come YouTube ospita solo video, con una differenza: qui ogni contenuto è live: la trasmissione e interazione avvengono esclusivamente in diretta e in tempo reale. Twitch offre agli streamer numerose opportunità interne per monetizzare i propri contenuti: è possibile diventare affiliati o partner a seconda del numero di follower, degli spettatori e delle ore di trasmissione.