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Caro vecchio mattone

Ripresa del mercato immobiliare. Con la crisi gli italiani sono tornati a guardare a ‘beni rifugio’ su cui investire per evitare gli sconvolgimenti dell’economia. Ma c’è da aggiungere che questa non è esattamente una buona notizia.

A certificare la ripresa è l’Istat nel report del terzo trimestre del 2020, pubblicato in questi giorni e consultabile QUI.

Nel complesso i dati ci parlano di ben 186.867 convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari. Un aumento decisamente robusto, considerando che si tratta di un +48,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% su base annua. 

A volare è il Sud. Qui il mercato cresce dell’8,9% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Nel dettaglio rispetto al quel periodo le transazioni sono cresciute del 2,3% nel comparto abitativo e diminuiscono del 6,7% nell’economico. Dopo il Sud l’incremento investe in misura minore il Nord-ovest (+2,8%) e il Nord-est (+1,5%). Il calo si registra al Centro (-1,6%), le Isole (-1,2%) e le città metropolitane (-0,7%). Secondo diversi agenti immobiliari a spingere in questa direzione sarebbe anche il Super Bonus, cioè l’agevolazione introdotta dal Decreto Rilancio che consente la detrazione del 110% sulle spese sostenute nelle ristrutturazioni. 

Se a livello globale si è assistito a un aumento della popolazione globale degli high-net-worth individual (individui con un patrimonio investibile di un milione di dollari), in Italia ciò ha interessato soprattutto i grandi possessori immobiliari: la voglia di abitare in case più spaziose ha causato un aumento del valori in media del 5,2%.

In un quadro di tendenziale miglioramento dell’economia dopo il Covid (un approfondimento lo potete trovare QUI), il ritorno all’economia di beni rifugio non è una buona notizia. Secondo l’opinione della maggioranza degli economisti indica mancanza di fiducia nell’attività privata, sostanziale volontà di risparmio, aumento del debito privato.

Il tutto però si può ben sintetizzare nella storica propensione degli italiani all’investimento immobiliare: appena l’anno scorso veniva calcolato in 6mila miliardi il valore delle case private nel Belpaese.