Si chiama Tagg ed è un’app di social branding nata in risposta alla generale insoddisfazione della Generazione Z per l’uniformità dei principali social media. Secondo l’88 per cento dei giovani nati tra il 1995 e il 2010, la propria presenza online rappresenta un vero e proprio marchio distintivo e gli attuali social network, da Facebook a Instagram a TikTok, non lasciano emergere la reale personalità, gli interessi e soprattutto l’autenticità degli utenti.
Come funziona Tagg?
L’obiettivo di Tagg è proprio quello di permettere ai propri iscritti di differenziarsi dagli altri utenti. I sistema utilizzato è simile ai servizi di link in bio, ma con un elemento social. L’app, infatti, consente di rappresentare se stessi e i propri contenuti con autenticità, lasciando emergere la propria personalità.
Le connessioni tra gli utenti sono basate su interessi condivisi, non necessariamente guidati da tendenze. Ogni iscritto può customizzare il proprio profilo scegliendo tra le cinque skin proposte. Tuttavia, i suggerimenti dell’applicazione non sono vincolanti e gli utenti possono costruire l’aspetto e la struttura del proprio account, creando in autonomia le categorie per organizzare i propri contenuti.
La vera novità di Tagg è quella di eliminare i like. La spasmodica ricerca di “mi piace”, infatti, porta spesso a mettere in atto comportamenti dannosi o a condividere contenuti poco appropriati, che possono rivelarsi vere e proprie trappole psicologiche. Ci sarà, invece, la possibilità di interagire con i commenti e le condivisioni.
Tagg: libertà di espressione per la Gen Z
Tagg sta per avventurarsi al di fuori della sua beta privata e promette di diventare il nuovo social network di tendenza. Il co-founder Victor Loolo ha dichiarato che Tagg vuole allontanarsi dai profili tradizionali e restrittivi che hanno tutte le app social, perché la Gen Z apprezza la libertà di espressione e l’unicità.
Attualmente Tagg conta migliaia di utenti e altrettanti sono in lista d’attesa per entrare. Su questo nuovo social network e sul suo successo sulla scena internazionale hanno scommesso personalità di spicco nel panorama dei social media, come Biz Stone, co-founder di Twitter, e Ed Baker, ex VP in Facebook, che hanno stanziato un finanziamento pari a 2 milioni di dollari.