Le attività commerciali possono finalmente riaprire superata la fase più grave della pandemia. Ma ad aspettarle stanno trovando un ostacolo ulteriore alla ripartenza: gli e-commerce. Sì perché, se la chiusura forzata delle attività ha coinvolto i negozi fisici, quelli online hanno assorbito in questi anni una fetta di mercato che stentava a essere acquisita.
Il 3 giugno 1998 su Ibs.it avveniva il primo acquisto elettronico con carta di credito in Italia, da parte di un utente da Freemont, in California: era una copia del libro ‘La concessione del telefono’ di Andrea Camilleri. La transazione avvenne 35 minuti dopo mezzanotte, nella prima data utile all’acquisto: evidentemente era un appassionato che non poteva attendere oltre. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e il mercato dell’e-commerce è passato da marginale a sempre più importante nel mercato, a partire dal 2009.
I numeri di una recente ricerca del magazine Idealo, consultabile QUI, evidenziano però negli ultimi due anni una crescita decisiva e dimostrano che agli italiani, e non solo, piace l’e-commerce. Il report analizza le intenzioni di acquisto in sei paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna, UK e Austria) di circa 72 milioni di visite Web mensili ( tra settembre 2020 e febbraio 2021), combinato con il sondaggio di 1500 iscritti.
L’85% degli italiani acquista online almeno una volta al mese.
Questi sono per il 64% uomini e il 36% donne. Gli ‘ultimi romantici’ che acquistano meno di una volta in oltre sei mesi sono solo l’1%. La pratica dunque è fortemente radicalizzata nel consumatore abituale. A trainare, come sempre, il settore dell’elettronica (100% dello score dell’andamento delle intenzioni di acquisto), come avevamo accennato in un altro approfondimento (QUI ), seguito da Moda (44,9), Arredamento e Giardino (37,8), Sport (28,2), Salute e Bellezza (27,9), Bambini (17,3), Auto e Moto (16,7), Giocattoli e Gaming (15,0), Alimentazione (3,8) e Prodotti per animali (1,5).
Nel complesso il Netcomm Forum stima l’aumento del 3,4% del mercato e-Commerce B2c in Italia nel 2020 gli acquisti online degli italiani.
Ma dall’altro lato della medaglia gli acquisti di servizi (come trasporti e turismo) sono crollati del 52%.
La pandemia ha quindi modificato la tendenza italiana orientandola al digital first e aumentando le competenze tecnologiche di molti. Ma i commercianti al dettaglio possono rimanere abbastanza tranquilli e sfruttare questa situazione. Come riporta il sito Statista, l’e-commerce è ancora una parte minoritaria rispetto alle vendite totali al dettaglio, perché nel mondo rappresenta circa il 16% e in Italia l’8. I negozi tradizionali quindi devono creare o sfruttare meglio i canali propri di vendita online per rimanere competitivi. Anche perché lo shopping, oltre il mero acquisto, rappresenta un’azione sociale e culturale con cui i canali online non possono competere, per ora.